S. Giovanni, apostolo ed evangelista
III giorno dell’ottava di Natale
1Gv 1,1-10; Sal 96 (97); Rm 10,8c-15; Gv 21,19c-24
«Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?». (Gv 21,22)
Giovanni, il discepolo più giovane, nel suo vangelo, ci comunica tutto quanto ha saputo cogliere della vita di Gesu: del fondamento e il fine, il significato profondo e la manifestazione dell’unica realtà che conta. Tutto ciò perché anche noi potessimo godere della stessa gioia piena da lui sperimentata.
Anche per noi c’è la possibilità di fare lo stesso cammino di Giovanni insieme a Gesù attraverso la capacità di vedere oltre i nostri schemi e pregiudizi, con la capacità di accogliere, di amare, di annunciare.
Chiediamo a Gesù, come già ci suggeriva il Cardinal Martini, che non si allontani da noi, ma che, anche noi, non ci allontaniamo da lui e che sappiamo “rimanere” con lui.
Incominciamo a stare con Gesù davanti al presepio.
Preghiamo
Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero che annuncia la pace,
del messaggero di buone notizie
che annuncia la salvezza,che dice a Sion :”Regna il tuo Dio”.
Prorompete insieme in canti di gioia,
rovine di Gerusalemme,
perché il Signore ha consolato il suo popolo,
ha riscattato Gerusalemme.
(Is 52,7.9)