Fm 1,8-25; Sal 111; Lc 20,41-44
“Pur avendo in Cristo piena libertà di ordinarti ciò che è opportuno, in nome della carità piuttosto ti esorto”. (Fm 1)
Entro la comunità cristiana le relazioni devono essere determinate e misurate sull’amore. La lettera di Paolo a Filemone è un compendio di questi rapporti che possono tramutare uno schiavo in fratello, un debitore in amico, e inducono lo stesso Paolo a farsi carico di ogni debito o spesa di un altro.
In Cristo tutti sono figli e fratelli, cadono le gerarchie insieme ad ogni forma impositiva, ed è la carità che esorta e guida a a donare generosamente. “Se mi consideri amico, accoglilo come me stesso. E se in qualche cosa ti ha offeso o ti è debitore, metti tutto sul mio conto” ci dice l’apostolo presentando uno straniero e chiedendoci di ospitarlo in casa.
Questa può essere la chiave per comprendere anche il breve vangelo di Luca che mostra una strana ‘confusione’ di rapporti tra Davide e Cristo. Infatti il Cristo è detto figlio di Davide, ma Davide lo chiama Signore: è il pieno mistero del Dio con noi che si fa figlio dell’umanità e insieme ne è il Signore.
Preghiamo col Salmo
Felice l’uomo pietoso che dà in prestito,
amministra i suoi beni con giustizia.
Cattive notizie non avrà da temere,
saldo è il suo cuore, confida nel Signore.