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Annuncerò ai fratelli la salvezza del Signore

8 Giugno 2015

 

Es 5,1-9.19-6,1; Sal 113A; Lc 5,1-6

 

“Chi è il Signore, perchè io debba scoltare la sua voce e lasciare partire Israele?”. (Es 5)

 

Domanda inquietante quella del faraone a Mosé ed Aronne che a lui si rivolgono perchè lasci partire la gente d’Israele, domanda sempre riproposta verso chi ci invita a mutare stile di vita, a sanare ingiustizie, ad agire secondo lealtà. “Chi è il Signore, perchè dobbiamo ascoltarlo e dargli fede?”.

Il faraone dice pure di non conoscerlo e di non sentirsi in alcun modo obbligato ad assecondare il suo volere. Addirittura, ad ascoltare Mosè, ne verrebbe danno all’Egitto perchè partirebbe una preziosa forza lavoro; meglio stringere le maglie e costringerli a lavorare di più impedendo loro di alzare la testa. Ma il Signore non ha abbandonato il suo popolo e promette a Mosè di intervenire con potenza: “vedrai quello che sto per fare”.

L’intervento divino supera sempre ogni aspettativa, in modalità e tempi non prevedibili. Così a Simone, Gesù fa gettare le reti nel lago in piena notte, dopo un lungo lavoro che non ha dato alcun frutto. Ma, mentre il faraone si rifiuta di accogliere la richiesta del Signore, Simone getta le reti fidandosi della parola di Gesù, e la pesca si presenta ricchissima. Senza Gesù, ogni lavoro è vano e i risultati nulli.

 

Preghiamo col Salmo

 

Perchè le genti dovrebbero dire:

“Dov’è il loro Dio?”.

Il nostro Dio è nei cieli:

tutto ciò che vuole, egli lo compie.