III giorno dell’ottava di Natale
S. Giovanni, apostolo ed evangelista
1Gv 1,1-10; Sal 96 (97); Rm 10,8c-15; Gv 21,19c-24
«Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annuncio di bene». (Rm 10,15)
Si celebra oggi l’amore di Cristo in uno dei suoi discepoli a lui più vicini: Giovanni.
Giorno dopo giorno, Giovanni aveva guardato Gesù e aveva visto in lui un Dio il cui sguardo e il cui contatto danno la vita. Aveva spesso sentito la sua voce, ascoltato i suoi insegnamenti e ricevuto, parole provenienti dal cuore del Padre. Aveva mangiato e bevuto con lui, camminato al suo fianco, spinto da un irresistibile amore, che l’avrebbe portato inevitabilmente non al successo, ma alla morte: eppure, in ogni istante, aveva saputo che era quello il vero cammino di vita.
L’amicizia è un dono di Dio ma anche dell’altra persona che apre il suo cuore, la sua intelligenza, la sua sensibilità alla condivisione e, umilmente attende il contraccambio, così che la si possa desiderare, e ci si apra ad essa. L’amicizia è qualcosa di profondo, di permanente, di prezioso. L’amicizia è vera quando diventa spontaneamente ingegnosa nel raggiungere l’altro, per offrirgli uno spazio felice, una compassione, una comunione.
L’amicizia è vera anche quando sa chiedere: un vero amico, infatti, non è sempre nella condizione del dare, è talvolta, senza orgoglio, nella condizione di attendere. Un amico non ha paura di essere povero davanti al suo amico!
Preghiamo
Se ci angustiasse la povertà, se ci addolorasse il lutto, ci rendesse inquieti un malanno fisico, ci tormentasse qualche altra calamità, ma ci fossero vicine delle persone buone che sapessero non solo godere con quelli che godono, ma anche piangere con quelli che piangono, che sapessero rivolgere parole di consolazione e conversare amabilmente, allora verrebbero lenite in grandissima parte le amarezze, alleviati gli affanni, superate le avversità. (S. Agostino)