Ez 35,1a; 36,1a.8-15; Sal 147; Eb 9,11-22; Mt 21,28-32
«Un uomo aveva due figli. Rivoltosi al primo disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi, si pentì e vi andò». (Mt 21,28-29)
La parabola mette l’accento su quel “pentitosi” che è un po’ la chiave interpretativa di tutto il vangelo odierno. Tanto è vero che lo stesso verbo ritorna alla fine, quando Gesù rimprovera i suoi uditori “avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli” (Mt 21,32c). In fondo è ancora una questione di fede. Il secondo figlio manifesta una generosità che sembra pronta adesione di fede. Ma poi questa generosità si mostra fasulla. Non essendo sostenuta da una vitale e profonda fiducia nel Signore, non arriva a prendere delle decisioni dentro la vita. Ciò che proprio non scatta è il pentimento, nello stupore dell’affidamento pieno a Dio e alle meraviglie del suo amore. Il primo figlio, invece, che ha ceduto alla sua debolezza, appena si pente sperimenta, come i pubblicani e le prostitute, il fuoco della misericordia. É lì che tutto cambia e ritrova senso, si ritrova la pienezza di vita. Chiediamo al Signore di farci comprendere quanto ognuno di noi ha bisogno di accogliere la misericordia che rigenera e vivifica tutto quello che siamo e operiamo.
Preghiamo
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza;
io spero in te tutto il giorno.
Ricordati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
(dal Sal 25)
da: La parola ogni giorno.“I miei occhi hanno visto la tua salvezza”(Lc 2,30). Il dono di un nuovo inizio. Avvento e natale 2011, ed.Centro Ambrosiano