Novena di Natale
V feria prenatalizia “dell’Accolto”
Rut 3,8-18; Sal 106 (107); Est 8,3-7a.8-12; Lc 1,67-80
«Benedetto il Signore, Dio di Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo…». (Lc 1,68)
Zaccaria, muto per colpa della sua incredulità, quando si abbandona al Signore e pienamente crede, si riempie di Spirito Santo e diventa capace di annunziare l’evento più importante della storia, di annunciarlo come salvezza. L’annuncio sottolinea la realtà che consola e forse non abbastanza ricordata: il Signore viene a visitarci. Tutto l’Antico Testamento dà una grande importanza a questo avvenimento: il Signore aveva visitato il suo popolo, ad esempio liberandolo dalla schiavitù dell’Egitto. Il salmista canta le lodi al Signore “Tu visiti la terra e la disseti…” (Sal 65,10) e lo implora “visitami con la tua salvezza” (Sal 106,4) e così, attraverso i profeti, Dio stesso ha promesso: “vi visiterò e realizzerò la mia buona promessa” (Ger 29,10). Ancora oggi la chiesa prega all’inizio di ogni giornata con le stesse parole di Zaccaria con l’impegno di guardare Gesù come il sole per la vita di ogni uomo: Egli viene affinché l’uomo possa redimersi dalle tenebre dell’egoismo, dell’orgoglio, dell’indifferenza per avvolgersi della luce che è soprattutto calore di tenerezza e di misericordia.
Preghiamo
Fa’ o Signore, che in questo Natale sia capace di sentirmi “visitato” dalla tua presenza silenziosa e discreta.
A chi si sente tanto fragile e povero dona la forza e la ricchezza della tua carità inesauribile.