Novena di Natale
VI feria prenatalizia “dell’Accolto”
Rut 4,8-22; Sal 77 (78); Est 9,1.20-32; Lc 2,1-5
«Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città». (Lc 2,3)
L’editto di Cesare Augusto è il segno della schiavitù e dell’oppressione da parte di Roma nei confronti del popolo ebreo; costringeva tanta povera gente ad un viaggio disagevole ma soprattutto è un chiaro segno che, le persone, compreso il Figlio di Dio, che di lì a poco sarebbe nato, erano soltanto un numero, delle pedine nelle mani del potere straniero, che ambiva soltanto ad accrescersi. I rovesciamenti che Dio opera, avvengono con strumenti poveri, umili, disprezzabili: un bambino, come tanti; ma un bambino del quale il profeta Isaia aveva detto: “ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace. Grande sarà il suo potere e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e sempre” (Is 9,5-6). Non è facile attribuire al piccolo di Betlemme tanta potenza e grandezza, ma fiduciosi delle promesse di Dio sappiamo che, proprio Gesù, sarà il liberatore e salvatore dell’uomo, solo lui porterà pace all’umanità, perché lui è la pace, quella vera che ha riconciliato l’uomo e la creazione, con Dio, Creatore e Padre.
Preghiamo
Esulta nel Signore,
allietati e gioisci perché viene Cristo, tuo re,
a guarire i cuori umiliati. (cfr Zc 9,9; Lc 4,18)