Dn 2,26-35; Sal 97 (98); Fil 1,1-11; Lc 2,28b-32
«Rendo grazie al mio Dio ogni volta che mi ricordo di voi… È giusto che io provi questi sentimenti per voi perché vi porto nel cuore». (Fil 1,3-7b)
Paolo vive con intensità il ricordo delle persone e ne ringrazia il Signore. Come viviamo le nostre relazioni? Anche noi ringraziamo Dio ogni volta che ricordiamo qualcuno?
“Vi porto nel cuore” (Fil 1,7b) Paolo è un uomo di cuore, è un uomo affettuoso, cordiale, capace di relazioni buone, capace di dire parole buone; non le dice per formalità educata, le dice sul serio, perché ci crede davvero. “Vi porto nel cuore” e sa che tutti quei cristiani sono partecipi della sua stessa grazia apostolica, quindi questo vale anche per noi.
La grazia che ha ricevuto Paolo l’abbiamo anche noi.
Ecco la preghiera di Paolo. Ma per che cosa prega? Perché siano sani, perché guadagnino tanti soldi, perché vadano bene gli affari, per che cosa prega? Lo dice qui espressamente: “perché la vostra carità cresca sempre più” (Fil 1,9a), perché possiamo crescere nell’amore.
Preghiamo
Signore, insegnaci giorno dopo giorno “a portare nel cuore” ogni persona che incontriamo a partire dai nostri cari, dai nostri amici, dai nostri colleghi, per essere testimoni del tuo infinito amore per tutta l’umanità. Amen