Ez 2,1-10; Sal 13 (14); Gl 2,10-17; Mt 9,9-13
«Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati». ( Mt 9,12)
Gesù non è venuto per condannare i peccatori, così come il medico presta la sua cura verso gli ammalati e non verso i sani. La sua misericordia è la pietà verso i lontani da Dio.
Gesù mangia con Matteo, mangia con ciascuno di noi, e ci assicura che il principio della salvezza non sta nei digiuni per lui, bensì nel suo mangiare con noi. Ci guarisce fermandosi con noi: la sua vicinanza è la medicina. “Non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori” (Mt 19,13b). Qual è il merito dei peccatori? Nessuno. Sono coloro che non ce la fanno, che non sono all’altezza, ma scoprono un Dio che si è fermato a guardarli, un Dio che va a cercare l’uomo che ha bisogno di Lui. Dio non si merita, si accoglie. Gesù cerca il peccatore che è dentro di noi. Non per assolvere un lungo elenco di peccati ma per impadronirsi della nostra debolezza profonda. E proprio nella debolezza dell’uomo Gesù si incarna. Noi, felici di essere deboli, dimoriamo nella misericordia, che ci conduce verso un Regno pieno di peccatori che sono stati perdonati.
Preghiamo
Pietà Gesù, per tutte le volte che il mio amore per te è stato momentaneo, come un fuoco di paglia!
Pietà o Signore Gesù, per tutte quelle volte che mi sono fatto bello vantandomi di saper fare tante cose, sacrificando tempo, affetti e l’essenziale, ma non ho saputo usare misericordia e perdonare.
da: La parola ogni giorno.“I miei occhi hanno visto la tua salvezza”(Lc 2,30). Il dono di un nuovo inizio. Avvento e natale 2011, ed. Centro Ambrosiano