Ez 10,1-10.12-14.18-19.21-22a; Sal 88 (89); Ml 3,19-24; Mt 15,1-9
«Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi?». (Mt 15,2a)
La tradizione è una buona cosa quando ci aiuta a vivere con atteggiamenti di consegna, di dono. Così è la nostra esperienza di vita. Ognuno di noi ha ricevuto perché altri, prima di noi, ci hanno consegnato e così da duemila anni accade: da bocca a orecchio le parole di Gesù attraverso gli apostoli sono giunte fino a noi. Molti, però, confondono l’essenziale con il superfluo, la tradizione col tradizionalismo. Gesù va diritto all’essenziale, ritorna al cuore della legge di Dio che è legge di amore e di libertà, di bene e di realizzazione, non una insopportabile gabbia che limita e uccide.
Gesù ci richiama all’essenziale, a distinguere ciò che è tesoro prezioso della fede da ciò che è superfluo, accessorio, abitudine. Noi che vogliamo essere come i discepoli dobbiamo continuamente stare all’erta, vegliare affinché non lasciamo che la Parola sia inquinata dalle parole, per non diventare anche noi guide cieche che conducono altri ciechi. Uno solo è il nostro maestro e Signore, uno solo è colui che ci guida in questa giornata: il Signore Gesù, nostro Maestro.
Preghiamo
O Dio onnipotente
dona alla tua Chiesa di non essere sviata
da nessuna seduzione dal giusto cammino,
ma di vivere nella verità e nell’amore
e di raggiungere la gloria di Cristo Gesù.
(dalla liturgia)
da: La parola ogni giorno.“I miei occhi hanno visto la tua salvezza”(Lc 2,30). Il dono di un nuovo inizio. Avvento e natale 2011, ed. Centro Ambrosiano