Martirio di San Giovanni Battista
Is 48,22-49,6; Sal 70; Gal 4,13-17; Mc 6,17-29
«Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: “Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello”. (Mc 6)
Erode era consapevole del disordine della sua vita affettiva, conoscendo la legge di Dio. Inoltre riteneva sinceramente Giovanni “uomo giusto e santo”. Ma ciò non è bastato perché si correggesse e mutassse vita. Avrebbe dovuto slegarsi da ciò che dicevano gli altri e dalla paura di perdere la propria reputazione; farsi “violenza” per non abbassarsi a mettere sullo stesso piano di valori il giuramento, il suo ruolo politico e la vita di un uomo che, oltretutto, stimava.
Giovanni ed Erode ci offrono due immagini opposte: il primo ci fa capire cosa può arrivare a richiedere la coerenza di vita, quando si pone in Dio il proprio punto di riferimento; il secondo che chiunque si arrende al proprio egoismo, inevitabilmente fa violenza ad altri.
Preghiamo col Salmo
Sei tu, mio Signore, la mia speranza,
la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno.