Gs 6,6-17.20; Sal 135; Lc 9,37-45
Mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: “Mettetevi bene in mente queste parole: Il Figlio dell’Uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini”. (Lc 9,43-44)
La traduzione letterale del testo evangelico direbbe: “Mettetevi nelle vostre orecchie queste parole”: imperativo chiaro di Gesù che esprime l’urgenza e la serietà di un’azione, quella di metterci queste parole nelle orecchie, indispensabile per non rimanere accecati dalla luce del miracolo.
Gesù dice di sé che sta per essere consegnato: la formula passiva allude a Dio come colui che lo consegna. Qui ci è aperto uno spiraglio sulla fede di Gesù, il Figlio che si sa inviato dal Padre per compiere la sua opera e lasciandosi consegnare nelle mani degli uomini dice: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito” (Lc 23,46).
Ascoltiamolo oggi mentre ci ripete che di fronte al miracolo non dobbiamo dimenticare la croce perché l’uno e l’altra sono segni del suo amore per noi e che la nostra salvezza sta nell’attaccarci non all’uno né all’altra ma a lui solo.
Preghiamo col Salmo
Diede in eredità la loro terra.
In eredità a Israele suo servo.
Nella nostra umiliazione si è ricordato di noi.
Ci ha liberati dai nostri avversari,
perchè il suo amore è per sempre.