At 4,1-12; Sal 117(118); Gv 3, 1-7
«… se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio». (Gv 3,5)
Questa pagina è piena di rivelazione ed oscurità, profezia e mistero. Siamo in piena notte e non ve diamo nulla. Il contesto notturno, in cui tutto è percepito in modo incerto, fa da contrasto con la sicurezza di Nicodemo: «Sappiamo che sei venuto da Dio…». Gesù accogliendolo lo ridimensiona subito e lo destabilizza: «Non sai proprio niente. Puoi solo vagare nel buio, di notte. Riconoscere la presenza di Dio non è frutto di studi teologici o ruolo di potere: bisogna nascere dall’alto». Quasi a dire che solo una creatura nuova può conoscere (vedere) e partecipare (entrare) al regno di Dio. Bisogna affrontare una nuova nascita dall’Alto, dall’acqua e dallo Spirito. È in corso una gestazione, fino a quando colei che deve partorire partorirà (Mi 5,2). L’uo mo vecchio non può vedere, né entrare nel regno di Dio, sarebbe la sua morte, perché nessuno può vedere Dio e restare in vita (Es 33,20). Al contrario l’uomo nuovo, do po il travaglio di una nuova nascita, potrà contemplare Dio faccia a faccia (1Cor 13,12).
Preghiamo
O Dio, tu sei il mio Dio,
dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz’acqua.
(dal salmo 62)
[La Parola ogni giorno – "La creazione geme e soffre le doglie del parto". Gesù Cristo, sposo dell’umanità – Tempo di Pasqua 2012 – Centro Ambrosiano]