DOMENICA – In “Albis depositis”
At 4,8-24; Sal 117(118); Col 2,8-15; Gv 20,19-31
«Detto questo mostrò loro le mani e il fianco… soffiò e disse loro: “Ricevete lo Spirito Santo”». (Gv 20,20-22)
Alcuni, Maria con Giovanni e le donne, stavano sotto la croce. Questo verbo è importante e richiama il rimanere, l’essere nel posto giusto, là dove si deve stare. Adesso è il Risorto, dopo la sua passione e morte, che “sta in mezzo”, mostra il suo corpo, se gnato ma vincitore, offre e consegna il suo respiro di Vivente; così nel suo corpo e nel suo respiro partecipiamo della sua pienezza (Col 2,9-10). Per noi Cristo è morto, per noi è risorto. Non era lui ad averne bisogno, essendo il Figlio che è nel seno del Padre. È per dare a noi una dimora che lui ha lasciato la sua. Si capisce meglio, così, il bisogno di Tommaso di partecipare della stessa esperienza degli altri. Anche lui ama il maestro co me gli altri, anche lui ha vissuto gli avvenimenti terribili di quei giorni, anche lui vuole toccare il Mistero. Gesù lo esaudisce e lo rilancia. Tommaso, come gli altri, è apostolo e dovrà testimoniare fino ai confini del mon do; an che lui dovrà essere credibile e a prova di contraddizione. Ma soprattutto dovrà essere credente. Non si tocca il Mistero per impossessarsene ma per appartenergli.
Preghiamo
Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie.
Sei il mio Dio e ti esalto.
Rendete grazie al Signore, perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
(dal salmo 117)
[La Parola ogni giorno – "La creazione geme e soffre le doglie del parto". Gesù Cristo, sposo dell’umanità – Tempo di Pasqua 2012 – Centro Ambrosiano]