Gen 17,9-16; Sal 118(119),57-65; Pr 8,12-21; Mt 6,7-15
“Pregando non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così:Padre nostro che sei nei cieli” . ( Mt 6,7-9a)
Due sono gli atteggiamenti che dobbiamo assumere nella preghiera: non proferire lunghi discorsi e soprattutto rivolgerci ad un Dio buono e provvidente, che ci conosce perfettamente. Gesù poi ci suggerisce anche una breve ma grande e densa preghiera. L’abbiamo imparata e recitata sin da piccoli, ora proviamo a meditarla. Soffermiamoci su quel “Padre nostro” con cui chiamiamo Dio e sulla richiesta che si compia la sua volontà, buona e di bene. Domandiamo il pane quotidiano pensando al bisogno essenziale del cibo per il corpo, ma anche per lo spirito. Riflettiamo a lungo sul perdono che chiediamo e che siamo disposti a dare. Recitare meditando il Padre nostro è aprirsi ad un cammino nuovo nelle vie dello Spirito.
Preghiamo
Ti rendo grazie Signore, con tutto il cuore,
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Rendo grazie al tuo nome
per la tua fedeltà e la tua misericordia.
dal Salmo 137(138)
[La Parola ogni giorno – "Questo è il mio corpo, che è dato per voi". Pane di vita per le genti – Quaresima 2012 – Centro Ambrosiano]