At 28,11-16; Sal 148; Gv 14,1-6
«Vado a prepararvi un posto…vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi». (Gv 14,2-3)
È commovente, nella prima lettura, il riprendere coraggio da parte di Paolo. Dopo un lungo viaggio, dopo un naufragio, sentirsi arrivati a destinazione, essere a casa. Dobbiamo recuperare l’umanità dei santi. Non sono delle immaginette. Fidarsi di Dio, per loro, non ha comportato meno fatica di quanto ne comporti per noi. Nel vangelo di oggi Gesù traccia un programma di viaggio. All’inizio i discepoli chiesero a Gesù: “Dove dimori?”. Alla fine scopriamo che, fin dal principio, il suo progetto era quello di prepararci un posto perché “stes simo con lui” (Mc 3,14) nella stessa casa: suo Padre è la nostra casa. Fino a quel giorno noi saremo pellegrini alla ricerca della nostra patria (Eb 11,13-16). Questo desiderio della vera dimora, Gesù lo ha piantato nel nostro cuore con la preghiera del Padre nostro: “come in cielo, così in terra”. Questa è la richiesta che sintetizza e motiva le tre precedenti. Il desiderio ardente del Cielo ci fa desiderare di vederlo già sulla terra! È il contrario della torre di Babele (Gen 11). È il “già e non ancora” del la Speranza. Gesù non sta a guardare, non è neutrale. Lui è la Via e la Verità. Percor ren dole arriveremo alla Vita. Ora vediamo in maniera confusa, allora vedremo faccia a faccia (1Cor 13,12).
Preghiamo
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente.
Anche il passero trova una casa
e la rondine il nido
dove porre i suoi piccoli,
presso i tuoi altari.
(dal salmo 83)
[La Parola ogni giorno – "La creazione geme e soffre le doglie del parto". Gesù Cristo, sposo dell’umanità – Tempo di Pasqua 2012 – Centro Ambrosiano]