1Gv 1, 1-4; Sal 144 (145); Lc 15,8-10
Quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena. (1Gv 1,3-4)
Per i cristiani è impossibile vivere la fede come una dimensione intima e non comunicabile: l’impegno ad annunciare la Buona Notizia non è un dovere, ma la conseguenza immediata dell’incontro con il Signore della vita.
In poche righe Giovanni fa gustare la bellezza di un dono così abbondante che viene subito condiviso. Si tratta di una comunione stretta che non si basa semplicemente sulle forze e sulla volontà umane, ma dipende dalla natura stessa di Dio: la Trinità è comunione d’amore, quindi chi ne fa esperienza vive con lo stesso stile di comunione il rapporto con i fratelli.
Questo legame rovescia la prospettiva, il discepolo del Signore non è colui che si sforza e si sacrifica, ma è il primo a ricevere gioia da ciò che compie.
Preghiamo
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza,
per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
dal Salmo 144 (145)