Sir 44, 1. 23g – 45, 5; Sal 98 (99); Mc 3, 7-12
Facciamo ora l’elogio di uomini illustri, dei padri nostri nelle loro generazioni. Da lui fece sorgere un uomo mite, che incontrò favore agli occhi di tutti, amato da Dio e dagli uomini: Mosè, il cui ricordo è in benedizione. (Sir 44,1.23g-45)
Mosè è definito come amato da Dio e dagli uomini; questo fu infatti il suo ruolo, quello di mediare, facendosi da tramite e quindi mettendo in collegamento Dio con il popolo di Israele.
Fare memoria della figura di Mosè significa rendere lode al Signore perché lui si vuole mettere in relazione con ciascun essere umano, significa ringraziarlo perché la relazione che attua non è oppressiva, ma valorizza chi incontra; infine, significa impegnarsi chiedendosi in quale modo si possa essere a propria volta strumento perché chi incontriamo possa, tramite noi, incontrare il Dio che salva.
Preghiamo
Esaltate il Signore, nostro Dio,
prostratevi allo sgabello dei suoi piedi.
Egli è santo!
Mosè e Aronne tra i suoi sacerdoti,
Samuele tra quanti invocavano il suo nome:
invocavano il Signore ed egli rispondeva.
Dal Salmo 98 (99)