At 1,12-14; Sal 18 (19); Ef 1,3-14; Mt 9,9-17
Dopo che Gesù fu assunto in cielo, gli apostoli ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in giorno di sabato. Entrati in città, salirono nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi: vi erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone lo Zelota e Giuda figlio di Giacomo. Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui. (At 1,12-14)
Coloro che sono riuniti nel nome di Gesù sono “concordi nella preghiera”. Ciascuno con le proprie qualità e differenze di appartenenza, pensiero, situazione, ma come se il cuore fosse unico. La sintonia del cuore non deriva da una capacità personale, ma dipende dalla disponibilità a lasciarsi raggiungere dal Signore. Come avvenuto per Matteo, che ha lasciato agire a tal punto la Buona Notizia da essere in grado di renderle testimonianza fino a farla risuonare ancora oggi, grazie al vangelo da lui scritto.
Preghiamo
I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia.
Dal Salmo 18 (19)