Dn 2,26-35; Sal 97 (98); Fil 1,1-11; Lc 2,28b-32
«Simeone accolse il bambino Gesù tra le braccia e benedisse Dio». (Lc 2,28b)
Simeone è un uomo guidato dallo Spirito, attende la consolazione d’Israele. Il termine consolazione è simile a consolatore, ovvero il paraclito, lo Spirito Santo che gli ha confermato che avrebbe visto la presenza della consolazione di Dio in mezzo al popolo, il Cristo del Signore. Nel tempio Simeone incontra il bambino Gesù che riconosce e prende tra le braccia, pronunciando un grande cantico di ringraziamento, il Nunc dimittis. In Gesù l’opera di salvezza è attuata dal Signore, che sarà luce di rivelazione per i popoli della terra, per tutti, non solo per gli Ebrei. Simeone riconosce in Gesù il Cristo, Salvatore e Signore! Questi tre modi di chiamare e identificare Gesù sono frutto della rivelazione della Pasqua. Come indica Giovanni nel suo Prologo (1,12): «A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio». Accogliere Gesù, accoglierlo nel quotidiano, significa vivere come lui ci ha insegnato.
Preghiamo
Esultiamo nel Signore,
rallegriamoci con intima gioia
perché è apparso nel mondo
il giorno della salvezza eterna.
dalla Liturgia