2Mac 10, 1-8; Sal 67 (68); Mt 11, 7b. 11-15
Il Maccabeo e i suoi uomini, guidati dal Signore, rioccuparono il tempio e la città e distrussero gli altari innalzati dagli stranieri sulle piazze e i recinti sacri. Purificarono il tempio e vi costruirono un altro altare; poi, facendo scintille con le pietre, ne trassero il fuoco e offrirono sacrifici, dopo un’interruzione di due anni e prepararono l’altare degli incensi, le lampade e l’offerta dei pani. (2Mac 10,1-3)
L’abbandono dell’alleanza con il Signore a causa del desiderio di ricchezza e potere personale non ha l’ultima parola. All’interno di una moltitudine di persone ormai lontane dal Signore vi è ancora chi ha a cuore il rapporto con lui. Ristabilire la giustizia e quindi definire il primato del Signore tramite il suo tempio non è però indolore: è necessario distruggere con decisione tutti i segni del tradimento, il tempio deve essere purificato.
Tramite quel cambiamento radicale è possibile la continuazione della storia della salvezza, è possibile essere ancora una volta sorpresi da una vita nuova.
Le stesse dinamiche possono ancora oggi coinvolgere i cristiani: ciascuno può impegnarsi per cambiare con decisione le situazioni di ingiustizia, lasciando che la vita nuova donata dal Signore possa raggiungere ogni essere umano.
Preghiamo
Per il tuo tempio, in Gerusalemme,
i re ti porteranno doni.
Regni della terra, cantate a Dio,
cantate inni al Signore.
Riconoscete a Dio la sua potenza,
la sua maestà sopra Israele.
Dal Salmo 67 (68)