1Re 12, 26-32; Sal 105 (106); Lc 11, 46-54
Consigliatosi, il re preparò due vitelli d’oro e disse al popolo: «Siete già saliti troppe volte a Gerusalemme! Ecco, Israele, i tuoi dèi che ti hanno fatto salire dalla terra d’Egitto». Ne collocò uno a Betel e l’altro lo mise a Dan. Questo fatto portò al peccato; il popolo, infatti, andava sino a Dan per prostrarsi davanti a uno di quelli. (1Re 12,26-30)
Geroboamo ha contribuito a dividere il regno e ora capisce che se vuole mantenere il potere anche il culto dovrà essere diviso. Ciò significa però abbandonare il rapporto con Dio e stabilire una relazione con gli idoli. In questo modo, però, il popolo si condanna a perdere l’unico rapporto che dà vita, preferendo adorare dei feticci.
In fondo, accade a ciascuno: preferire di attribuire valore a ciò che non ne avrebbe, in quanto si teme che l’autentica relazione con il Signore farebbe perdere qualcosa.
Oggi è il giorno per verificare cosa dà vita davvero.
Preghiamo
Si fabbricarono un vitello sull’Oreb,
si prostrarono a una statua di metallo;
scambiarono la loro gloria
con la figura di un toro che mangia erba.
dal Salmo 105 (106)