Os 2, 15f-16. 17b. 21-22; Sal 44 (45); Eb 10, 32-38; Mt 25, 1-13
Oracolo del Signore. Ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Là mi risponderà come nei giorni della sua giovinezza, come quando uscì dal paese d’Egitto. Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nell’amore e nella benevolenza, ti farò mia sposa nella fedeltà e tu conoscerai il Signore.
È difficile perseverare operando solo per senso del dovere, senza riconoscere quali siano le motivazioni profonde che spingono il proprio agire, alla lunga si rischia di esaurire la forza di volontà. Il cristiano, invece, compie cose grandi perché si scopre coinvolto in un dialogo amoroso, riconosce di essere attratto da un amore tanto grande da poterne fare parte. In qualsiasi condizione si trovi egli vive un aspetto che caratterizza la giovinezza, l’entusiasmo che deriva dal movimento del cuore, il desiderio che non si spegne perché è sensibilmente coinvolto nella storia del suo Signore.
La bellezza di quell’amore sta nell’unione tra la spontaneità e la freschezza con la durata senza fine, davanti al Signore è possibile decidersi «per sempre». Egli non revoca il suo legame, ad ogni persona è dato di seguirlo a qualsiasi condizione. La vita di Teresa Benedetta della Croce, che ha messo in luce quando anche nei drammi della storia è possibile rendere concrete le parole del profeta Osea, è donata a ciascuno a testimonianza di come sia possibile rispondere autenticamente all’intreccio amoroso con il Signore.
Preghiamo
Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre;
al re è piaciuta la tua bellezza.
È lui il tuo signore: rendigli omaggio.
dal Salmo 44 (45)