Pr 2, 1-9; Sal 33 (34); 2Tm 2, 1-7. 11-13; Gv 15, 1-8
Figlio mio, se tu accoglierai le mie parole e custodirai in te i miei precetti, tendendo il tuo orecchio alla sapienza, inclinando il tuo cuore alla prudenza, se appunto invocherai l’intelligenza e rivolgerai la tua voce alla prudenza, se la ricercherai come l’argento e per averla scaverai come per i tesori, allora comprenderai il timore del Signore e troverai la conoscenza di Dio, perché il Signore dà la sapienza, dalla sua bocca escono scienza e prudenza. (Pr 2,1-6)
Queste parole sapienziali danno fondamento alla Regola di Benedetto, che lungo i secoli guida donne e uomini desiderosi di vivere in pienezza il vangelo, iniziando con le parole «Ascolta, o figlio».
L’ascolto è l’atteggiamento fondamentale per ogni cristiano, non si tratta infatti di un’azione tra le tante, ma della dimensione spirituale che fonda un’esistenza pienamente aperta al Signore: chi ascolta è in grado di accogliere, riconoscendo di non essere all’origine di tutto, ma di poter costruire la propria vita, dando una direzione al proprio cuore.
L’ascolto dà vita perché consiste nella risposta alla Parola, dono fatto a tutti, in misura abbondante; l’ascolto, anziché tante parole, è la forma della testimonianza che il cristiano può rendere alla Parola rivelata in Gesù, perché consente di agire senza rischiare di ritenersi al centro.
Preghiamo
Chi è l’uomo che desidera la vita
e ama i giorni in cui vedere il bene?
Sta lontano dal male e fa il bene,
cerca e persegui la pace.
Dal Salmo 33 (34)