Gen 48,1.8-21; Sal 118,137-144; Pr 30,1a.24-33; Lc 18,31-34
Ma quelli non compresero nulla di tutto questo. (Lc 18,34)
Consegnato, deriso, insultato, sputacchiato, flagellato, ucciso. Cosa c’è di difficile da comprendere? Il male lo conosciamo bene. Lo leggiamo tutti i giorni sui giornali, con gran dovizia di particolari. A volte forse ci domandiamo da dove venga. A volte ci spaventa tanto la tenebra del cuore e della mente umana, del nostro egoismo spietato, che è meglio subito giustificarla o alleviarla con un po’ di attenuanti psicologiche o patologiche. Spaventa anche perché ci rivela indifesi. Non puoi esser certo di sfuggire sempre al male. Allora che cosa non comprendono i discepoli? Forse che il male da sfuggire non sia tanto quello che gli altri possono farci, ma piuttosto quello che facciamo senza renderci conto e che altri sopportano? Forse anche questo, ma soprattutto che la capacità di portare il male – per amore – sulla croce, è la via alla Vita. La via di Gesù e, con lui, la nostra.
Preghiamo
Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.
(Sal 25,8-9)