Mi 5,2-4a; Sal 95 (96); Gal 1,1-5; Lc 2,33-35
«Egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione». (Lc 2,34)
Simeone rappresenta il Primo Testamento che accoglie il Nuovo nella persona di Gesù. Definendo Gesù “segno” significa che tutto ciò che lui vivrà, farà e dirà nella sua vita, rimanderà a “un’altra cosa”, meglio a Qualcun altro, il Padre. Il segno può essere interpretato in vari modi, attraverso lui ci sarà salvezza o rovina. Se lo interpreti correttamente, ti porterà anastasis, risurrezione; se lo interpreti in modo sbagliato, ti porterà alla rovina, perché essendoti messo contro di lui, rivelerà cosa porti nel cuore. I profeti dicono: «Vi darò un cuore nuovo»; e ciò significa: “vi darò una mentalità nuova”. Il Messia ha il compito di rivelare, di mettere a nudo, i pensieri della gente di fronte a lui; lo interpreteranno in un modo o nell’altro, prenderanno posizione, lo accoglieranno o lo rifiuteranno e in ciò si giocherà la loro salvezza o la rovina. Per questo, troverà ostacoli e sofferenza, sarà detto-contro, contraddetto.
Preghiamo
Il Re dei cieli, nato da una vergine, oggi è venuto tra noi
a richiamare al cielo l’uomo che aveva peccato.
dalla Liturgia