Ger 31,15-18.20; Sal 123 (124); Rm 8,14-21; Mt 2,13b-18
«Ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi». (Rm 8,18)
Il terzo testimone che sta accanto alla mangiatoia del bambino Gesù è il gruppo dei santi martiri Innocenti che, per insensata crudeltà di re Erode, vengono uccisi a causa di Gesù. Il dolore innocente dà testimonianza al Figlio di Dio neonato. Gesù stesso subisce la persecuzione, è odiato prima ancora che possa dire una parola, è temuto perché vi è il sospetto che voglia usurpare il trono di Erode. La logica umana del potere, che diviene prepotenza, si oppone alla logica del regno di Dio, del Figlio che rivela il Padre. Maria e Giuseppe fuggono in Egitto con Gesù: paura, apprensione, timore nel fare la scelta giusta per salvare la vita al bambino, tuttavia sicuri dell’amore del Padre che guiderà i loro passi. La provvidenza di Dio passa attraverso le nostre scelte quotidiane di bene, per edificare l’amore incarnato, e le parole del profeta saranno compiute: «I tuoi figli ritorneranno nella loro terra».
Preghiamo
I Santi Innocenti furono uccisi per Cristo
e in cielo seguono l’Agnello senza macchia,
cantando sempre: «Gloria a te, Signore».
dalla Liturgia