Rut 4,8-22; Sal 77 (78); Est 9,1.20-32; Lc 2,1-5
«In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. […] Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide». (Lc 2,1.4)
È incredibile come Luca voglia inserire già da subito la nascita di Gesù in un contesto di universalità. Citare un imperatore e un governatore ha anche l’intento di dare una certa concretezza alla vicenda di Gesù. Gesù è vissuto in un determinato tempo storico, ha abitato luoghi concreti, tutto nella logica dell’Incarnazione. L’imperatore Cesare Augusto vuole – con il censimento – avere tutto sotto controllo; anche la famiglia di Gesù obbedisce a questa decisione e si reca a Betlemme che nelle profezie doveva essere la città in cui sarebbe nato il Salvatore. Gesù doveva essere compreso nel censimento di tutta la terra, anche lui ormai faceva parte dell’umanità. Maria e Giuseppe si sottomettono non solo alle leggi ebraiche, ma anche a quelle dell’impero. Tutte queste indicazioni preliminari permettono comunque a Luca di affermare due elementi molto importanti riguardo la nascita di Gesù: egli era discendente di Davide e nacque a Betlemme, così che si compisse la profezia di Michea.
Preghiamo
Signore, aiutaci ad amare questa storia,
questo mondo in cui ci hai posto.
Aiutaci a guardarlo con uno sguardo di misericordia
sapendo che anche nelle situazioni più difficili
possiamo operare affinché il tuo nome
e la tua Parola siano segno di speranza. Amen.