Tt 1, 1-9; Sal 23 (24); Lc 22, 35-37
Il vescovo infatti, come amministratore di Dio, deve essere irreprensibile: non arrogante, non collerico, non dedito al vino, non violento, non avido di guadagni disonesti, ma ospitale, amante del bene, assennato, giusto, santo, padrone di sé, fedele alla Parola, degna di fede, che gli e stata insegnata, perché sia in grado di esortare con la sua sana dottrina e di confutare i suoi oppositori. (Tt 1,7-9)
Ai tempi di Paolo il vescovo è l’anziano della comunità, colui che ha responsabilità della fede di tutti. Le caratteristiche che egli deve coltivare affinché la sua missione sia adempiuta non sono però sue esclusive: ciascun cristiano è responsabile della fede dei fratelli, così oggi è possibile verificare se si è in grado di vivere autenticamente, affinché il proprio legame con il Signore possa essere l’occasione perché anche altri possano vivere pienamente.
Preghiamo
Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli,
chi non giura con inganno.
Dal Salmo 23 (24)