1Mac 10, 1-2. 15-21; Sal 30 (31); Mt 11, 7b. 11-15
Scrisse e spedì a lui questa lettera: «Il re Alessandro al fratello Giònata, salute! Abbiamo sentito dire di te che sei uomo forte e potente e disposto a essere nostro amico. Noi dunque ti nominiamo oggi sommo sacerdote del tuo popolo e amico del re – gli aveva inviato anche la porpora e la corona d’oro – perché tu favorisca la nostra causa e mantenga amicizia con noi». Giònata indossò le vesti sacre nel settimo mese dell’anno centosessanta, nella festa delle Capanne, arruolò soldati e fece preparare molte armi. (1Mac 10,18-21)
Le scelte sapienti compiute da Giònata portano frutto: egli ottiene per il popolo l’alleanza con Alessandro e torna a indossare le vesti sacre.
Il credente sa riconoscere l’opera del Signore nella sua storia, un’opera che continua ad agire nella misura in cui con tenacia si è perseveranti senza scendere a compromessi. Come all’origine della storia di Israele il Signore agisce grazie a coloro che apparivano ai margini, privi di sostegno. Ancora oggi ogni credente è chiamato ad avere uno sguardo attento alla sua presenza.
Preghiamo
Scioglimi dal laccio che mi hanno teso,
perché sei tu la mia difesa.
Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele.
Tu hai in odio chi serve idoli falsi,
io invece confido nel Signore.
Dal Salmo 30 (31)