2Tm 4, 9-18. 22; Sal 140 (141); Lc 21, 34-38
Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Nei loro confronti, non se ne tenga conto. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone. (2Tm 4,16-17)
Paolo riporta alle giuste proporzioni il senso della sua esistenza: in un momento difficile, mentre deve difendersi in tribunale, ciò che più importa non è l’abbandono da parte dei compagni, ma la vicinanza del Signore. Questa priorità è data dal fatto che il senso della sua vita sta nell’annuncio del Vangelo, non in una sua personale realizzazione.
Questo criterio è di verifica per tutti: quali sono gli elementi che determinano la soddisfazione per la propria vita? Quale importanza ha l’annuncio del vangelo?
Preghiamo
Signore, a te grido, accorri in mio aiuto;
porgi l’orecchio alla mia voce quando t’invoco.
La mia preghiera stia davanti a te come incenso,
le mie mani alzate come sacrificio della sera.
Dal Salmo 140 (141)