At 10,34-48a; Sal 65; Gv 7,14-24
In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenza di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga. Questa è la Parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, annunciando la pace per mezzo di Gesù Cristo. (At 10,34-36)
C’è qualcosa di grande in queste parole di Pietro, qualcosa di profetico: c’è l’annuncio di una comunione che non consente più alcuna separazione tra i figli di Dio, perché questo è il suo sogno e questo è il suo dono. Gesù è venuto a riconciliare la nostra storia con il progetto di Dio e a rinnovare il legame tra tutti quelli che Dio vuole salvi, nessuno escluso. Questo è il disegno in cui anche noi siamo inseriti: nel nostro cammino siamo chiamati a riascoltare l’amore di Dio per noi e per tutti e a lavorare per una comunione che tutti già ci coinvolge, ma che non appare così visibile e luminosa anche nel nostro tempo. Il «Dio che non fa preferenza» non è ancora riuscito a convincere questa umanità della bellezza del suo sogno e chiede la nostra collaborazione, da uomini e donne liberi e desiderosi di pace e misericordia. Questo tempo è ancora un’occasione perché si riveli questo progetto di Dio, e ognuno di noi può favorirlo o ritardarne la realizzazione. Ci saremo?
Preghiamo
Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia.
(Sal 66,16.20)