At 10,1-23a; Sal 86; Gv 6,60-69
Vi era a Cesarea un uomo di nome Cornelio, centurione della coorte detta Italica. Era religioso e timorato di Dio con tutta la sua famiglia; faceva molte elemosine al popolo e pregava sempre Dio. Un giorno […] vide chiaramente in visione un angelo di Dio venirgli incontro e chiamarlo: «Cornelio!». (At 10,1-3)
Questa visita di Dio a Cornelio e il successivo incontro con Pietro apriranno uno squarcio inarrestabile sulla corsa della Buona Notizia. Perché Dio si rivela sorprendente ai suoi stessi fedeli, apre scenari inattesi e chiede tanto docilità quanto libertà da pregiudizio. Davvero «Dio non fa preferenze» (At 10,34) e ci sorpassa sempre in generosità e fiducia. Noi a volte viviamo la presunzione di stabilire con esattezza quali siano i criteri che Dio usa; fissiamo confini ed ergiamo recinti. E Dio invece continua a sorprenderci, minimizzando le nostre paure e aprendo i rigidi schemi in cui cerchiamo la nostra sicurezza. Mentre a Gerusalemme la comunità cristiana si arrocca su questioni sì importanti ma anche estranee al sentire divino, Dio stesso prende l’iniziativa e chiama, mostrando di conoscere il cuore degli uomini più di chiunque altro: «Cornelio!» è voce che apre le nostre chiusure, che immette un centurione nel percorso di fede degli israeliti che guardano a Gesù Salvatore. È promessa di liberazione senza fine!
Preghiamo
Esulti sempre il tuo popolo, o Dio,
per la rinnovata giovinezza dello Spirito,
come ora si allieta per il dono della dignità filiale.
(dalla liturgia)