Gen 4,25-26; Sal 118 (119); Pr 4,1-9; Mt 5,20-26
Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. (Mt 5,22)
Il Signore porta la fraternità a un altro livello. Il Signore, in questa antitesi del Vangelo secondo Matteo, illumina di una luce nuova la legge, spostandola dal suo tono antico. Il fratello in questo caso non è più un semplice “altro”, un’alterità esterna. Viene presentato come qualcuno da rispettare, custodire, addirittura amare. Il fratello non sembra più esterno a noi, ma entra nella nostra vita e diventa oggetto della nostra missione e vocazione. Non deve esserci solo un quieto vivere che ci divide da lui ma un amore che ci unisce a lui. Le nostre relazioni dovrebbero essere sempre al centro del nostro esame di coscienza. È nella relazione con l’altro che scopriamo Gesù e la sua azione decisiva e incisiva nella nostra vita.
Preghiamo
Gesù,
aiutami a comprendere il vero significato
del tuo Vangelo e dei tuoi precetti.
Non aride regole da seguire senza convinzione,
come leggi materiali,
ma parole e gesti d’amore da donare agli altri
per arricchire anche la nostra vita.