Dn 2,36-47; Sal 97 (98); Col 1,1-7; Lc 2,36-38
«Noi rendiamo grazie a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, continuamente pregando per voi, avendo avuto notizie della vostra fede in Cristo Gesù e della carità che avete verso tutti i santi.» (Col 1,3-4)
Paolo scrive la lettera ai Colossesi durante la sua prigionia a Roma. Si tratta di una comunità che Paolo non ha mai visitato, ma che conosce grazie a Èpafra, «compagno nel ministero», al quale è resa qui e nel capitolo 4 una notevole testimonianza: è definito un «fedele ministro di Cristo». Infatti Paolo comunica la gioia grande ricevuta nel sentirsi raccontare di quanto avviene nella loro comunità, promette di continuare a pregare per loro, ma soprattutto ringrazia il Signore per la fedeltà e l’amore, per aver accolto il Vangelo: la loro testimonianza si sta diffondendo portando frutto in tutto il mondo. La fede, la carità e la speranza sono l’anima della vita spirituale, che cresce in sapienza e conoscenza potendo così dare frutti abbondanti. I cristiani sono persone che camminano verso la pienezza della vita; non sono perfetti, ma ricolmi di Cristo e del suo Spirito, si rendono disponibili a percorrere la retta via. Come poter essere così anche noi? Solleviamo lo sguardo dai nostri soliti problemi e guardiamo oltre, osserviamo l’opera di Dio che si espande e porta frutto, talvolta tra miserie e fatiche, a volte nascosto e non percettibile, ma presente.
Preghiamo con il Salmo
Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dei, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo.
Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
(dal Salmo 138)