Ct 6, 9d-10; Sir 24, 18-20; Sal 86 (87); Rm 8, 3-11; Mt 1, 1-16 o Mt 1, 18-23
Avvicinatevi a me, voi che mi desiderate, e saziatevi dei miei frutti, perché il ricordo di me è più dolce del miele, il possedermi vale più del favo di miele, e il mio ricordo perdura nei secoli. (Sir 24,18-19)
Le parole del libro del Siracide mostrano con efficacia quanto vissuto da Maria, colei che, nell’essere pienamente donna, ha davvero incontrato la Sapienza, manifestata in Gesù. Quell’atteggiamento può definire ogni cristiano, a partire dal primo invito posto dalla sapienza: avvicinarsi. Il cristiano non può prendere le distanze, misurare ogni sua azione, ma è una persona piena, capace di desiderare e di conseguenza mettersi in gioco in una relazione piena.
L’invito posto dalla sapienza e pienamente accolto da Maria, coinvolta fino in fondo nella vita del figlio, può ricevere una risposta piena da ciascuno, lasciandosi coinvolgere dall’abbondanza che promette con una risposta piena e senza limiti.
Preghiamo
Sui monti santi egli l’ha fondata;
il Signore ama le porte di Sion
più di tutte le dimore di Giacobbe.
Di te si dicono cose gloriose,
città di Dio!
Dal Salmo 86 (87)