Ger 3,6a;4,1-4; Sal 26 (27); Zc 3,1-7; Mt 12,38-42
«Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!» (Mt 12,42)
Siamo abituati a vedere il re Salomone come la persona più sapiente della terra. Era sapiente per dono di Dio, al di là dell’umanamente pensabile. Ma Salomone fece di questa ricchezza di sapienza un interesso personale, tanto è vero che alla fine dei suoi giorni divenne stolto facendosi idolatra e abbandonando Dio che lo aveva reso celebre. Gesù, sapienza eterna del Padre, si farà conoscere dimostrando il suo amore verso il Padre attraverso l’offerta della sua vita sull’altare della croce. Di fronte a una sapienza così alta, quali altri segni possiamo chiedere per credere? Quale può essere il segno più alto della sapienza di Gesù che si fa ogni giorno sacrificio d’amore, di servizio per ogni uomo sulla terra? Gesù non compie segni perché si trovino ancora una volta motivi di accusa al fine di toglierlo di mezzo ma ci indica la strada per raggiungere la vera sapienza: accogliere la sua morte e la sua risurrezione.
Preghiamo
Per questo pregai e mi fu elargita la prudenza,
implorai e venne in me lo spirito di sapienza…
Ella è infatti un tesoro inesauribile per gli uomini;
chi lo possiede ottiene l’amicizia con Dio,
è a lui raccomandato dai frutti della sua educazione.
Mi conceda Dio di parlare con intelligenza
e di riflettere in modo degno dei doni ricevuti,
perché egli stesso è la guida della sapienza
e dirige i sapienti.
Nelle sue mani siamo noi e le nostre parole,
ogni sorta di conoscenza e ogni capacità operativa.
(Sap 7,7.14-16)
[da: “La Parola ogni giorno.Gesù verità della storia. Avvento e Natale 2016”, Centro Ambrosiano, Milano]