Rt 1,1-14; Sal 9; Est 1,1a-1r.1-5.10a.11-12;2,1-2.15-18; Lc 1,1-17
«Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: “Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni”.» (Lc 1,12-13)
In questi giorni, ultimi dell’Avvento, la Chiesa ci fa incontrare uomini e donne che, raggiunti dall’annuncio dell’angelo, scoprono che le loro preghiere vengono esaudite. Oggi Zaccaria si rende conto che anche lui avrà un figlio, il quale avrà un compito ben preciso nella storia della salvezza. Questa storia dimostra il modo di agire di Dio: umiltà, pietà, giustizia, preghiera, sono le disposizioni che attirano su di noi lo sguardo dell’Onnipotente. Dio guarda l’umiltà di Maria che si fa serva, guarda l’onestà e l’irreprensibilità di Elisabetta e Zaccaria rendendoli fecondi di una nuova vita. Questa fecondità prodigiosa, che va oltre il nostro modo di pensare, ci invita a riflettere e a non spegnere mai la speranza, anche quando le circostanze della vita e i fatti negativi che ci coinvolgono ci inducono a credere che purtroppo non c’è più nulla da fare. Non dobbiamo temere! Con fede e speranza accogliamo la venuta del Salvatore, la sua presenza in mezzo a noi. Non dobbiamo temere perché anche la nostra storia personale si colloca nella storia della salvezza.
Preghiamo
Ascolta, o Padre, la nostra preghiera e nella luce del Verbo che pone la sua tenda fra noi rischiara le tenebre dei nostri cuori.
Per Cristo nostro Signore.
[da: “La Parola ogni giorno.Gesù verità della storia. Avvento e Natale 2016”, Centro Ambrosiano, Milano]