MERCOLEDÌ 8 Marzo
Gen 3,22-4,2; Sal 118; Pr 3,11-18; Mt 5,17-19
17Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. 18In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Nel brano di vangelo di oggi Gesù si pone in continuità con l’insegnamento della legge e dei profeti: perfettamente inserito nella tradizione del suo popolo, non la annulla, ma la fa propria per darle compimento e svela che compimento della legge è l’amore, che Dio ci ha rivelato in Lui. L’amore dunque, così come Lui l’ha vissuto, rinnova la legge e la fa diventare il comandamento nuovo: amare il prossimo come se stessi perché amando Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente e con tutte le forze si vede nel prossimo un fratello. Il Signore ci chiede di mettere in pratica ogni giorno, nella nostra quotidianità, questo comandamento.
Preghiamo
Benedetto sei tu, Signore:
insegnami i tuoi decreti.
Nella via dei tuoi insegnamenti è la mia gioia,
più che in tutte le ricchezze.
Voglio meditare i tuoi precetti,
considerare le tue vie.
Nei tuoi decreti è la mia delizia,
non dimenticherò la tua parola.
(Sal 118, 12.14-16)
[da: La Parola ogni giorno. L’esistenza “in Cristo”, Quaresima e Pasqua 2017, Centro Ambrosiano, Milano]