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Guardare al cielo

Martedì 23 maggio

23 Maggio 2017

 

At 19,21-20,1b; Sal 148; Gv 14,1-6

 

«Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi» (Gv 14,1-3).

 

Nel tempo in cui il timore raggiunge i discepoli, essi sono invitati a dare fiducia a Gesù, come egli lo ha fatto nei confronti del Padre. La partenza non deve turbare i discepoli. L’immagine delle dimore rimanda a una rappresentazione dell’aldilà dove il cielo è pensato come una casa con molte dimore, pronte ad accogliere i discepoli presenti e futuri. L’annuncio del ritorno di Gesù si riferisce agli ultimi tempi ancora ben lontani? In realtà la coabitazione dei discepoli con Gesù è già iniziata. Lo stesso Gesù pregherà perché tutti siano dove è lui (cfr. Gv 17,24). Dopo l’esaltazione di Gesù questa comunione fra i discepoli e Gesù diventa possibile, anche se l’evangelista non ne descrive la modalità. Una realizzazione di questa promessa avviene nell’invio dello Spirito. Ai credenti è dato questo splendido dono di condividere già fin d’ora la comunione con Gesù che caratterizzerà l’eternità. Qui è nella fede, al di là è nella visione.

 

Preghiamo

Signore Gesù,

tu ci prepari un posto

perché anche noi possiamo entrare in comunione con te.

Quanto si realizza qui nella fede,

tu ce lo donerai per sempre nell’eternità.

 

[da: La Parola ogni giorno. L’esistenza “in Cristo”, Quaresima e Pasqua 2017, Centro Ambrosiano, Milano]