Nm 20,2.6-13; Sal 94; Rm 8,22-27; Gv 2,1-11
Fratelli, sappiamo che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. (Rm 8,22)
L’apostolo Paolo riflette le nostre angosce, i dubbi e le insicurezze, come gemiti di chi ancora non è nella pienezza della propria vita, ma ancora attende che si perfezioni in sè il vero destino, essere figli di Dio.
Una realtà promessa, non un sogno o un’illusione, ma la redenzione piena e concreta di tutto noi stessi. E nel frattempo cosa accade? La continua vicinanza di Dio che ci sollecita a non perderci d’animo, a non ribellarci alla sua parola, perchè lui provvede a ciò che deve avvenire, e mantiene la sua alleanza.
Come l’acqua donata a Meriba agli israeliti che si erano scoraggiati o l’acqua tramutata in vino da Gesù a Cana perchè la gioia dei commensali non venisse meno.
Preghiamo col Salmo
Venite, cantiamo al Signore,
la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.