Sir 50,1a-b; 44,16a-23c;45,3b.12a.7.15e-16c, Sal 88 (89); Ef 3,2-11; Gv 10,11-16
«Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore.» (Gv 10,14-15)
Una delle immagini più belle che ci offre Gesù è quella del pastore: un pastore buono, pieno di amore e di cure, fino al punto di donare la sua vita per le sue pecore. In un altro brano del Vangelo si racconta del pastore che mette al sicuro le 99 pecorelle per andare alla ricerca di chi si è smarrita: ritrovatala, se la pone sulle spalle e la riporta all’ovile con gioia. Gesù è così: ama ciascuno di noi, ci conosce molto bene, ci dà la vita, ci viene a cercare, ci porta in luoghi sicuri. Viene nel mondo per dare la sua vita per le sue pecore, per noi. San Paolo ci racconterà che Gesù lo ha amato e ha dato se stesso per lui. Quale rapporto personale allora possiamo stabilire e vivere con Gesù che è pastore, guida, sostegno e salvezza? Sull’esempio di Gesù, la Chiesa è chiamata a svolgere la sua missione pastorale costantemente aperta alla missione, per andare a cercare chiunque ha bisogno della luce e della forza dell’amore di Dio e del Vangelo di Gesù. Abbiamo bisogno di santi pastori, come S. Ambrogio, sempre disponibili ai fratelli nella carità e nella spiegazione della Parola e dispensatori della grazia del Signore.
Preghiera
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.
(Sal 22,4)
[da: “La Parola ogni giorno.Gesù verità della storia. Avvento e Natale 2016”, Centro Ambrosiano, Milano]