LUNEDÌ 10 APRILE – Lunedì della Settimana Autentica
Gb 1,6-22; Sal 118 (119), 153-160; Tb 3,7-15; 4,1-3a.20-5,3; Lc 21,34-36
Allora Giobbe si alzò e si stracciò il mantello, si rase il capo, cadde a terra, si prostrò e disse: «Nudo uscii dal grembo di mia madre, e nudo vi ritornerò. Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!». In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di ingiusto. (Gb 1,20-22)
La celebrazione della Pasqua si prepara; il Signore in questi giorni mi fa capire qualcosa di più: lui va a morire per me. Questo suo stile di esistenza
è un compito sproporzionato. Giobbe mi invita a riconoscere la priorità e la verità su di me e sulla mia vita. Le mie forze sono inadeguate e sembrano venir meno, ma il Signore mi promette che il Regno di Dio è vicino. Lui stesso mi prepara alla Pasqua riproponendomi un esame di ciò che è essenziale nella mia vita, del reale cammino di fede che ricerco; sono ancora capace di tendere all’essenziale lasciando cadere tutto il superfluo anche di me stesso? Dio prima fa e poi fa comprendere. Partirò dalla risurrezione per leggere la vita di Gesù. La vita va letta alla luce della Pasqua di Gesù.
Preghiamo
Benedetto sei tu, Dio misericordioso,
e benedetto è il tuo nome nei secoli.
Ti benedicano tutte le tue opere per sempre.
Ora a te innalzo il mio volto e i miei occhi.
Comanda che io sia tolta dalla terra, perché non debba sentire più insulti.
(Tb 3,11-12)
[da: La Parola ogni giorno. L’esistenza “in Cristo”, Quaresima e Pasqua 2017, Centro Ambrosiano, Milano]