Ger 3,6a;5,15-19; Sal 101 (102); Zc 3,6.8-10; Mt 13,53-58
«Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua”. E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.» (Mt 13,57-58)
Il maestro si trova nella sua patria, tra i suoi parenti e dopo un iniziale stupore di fronte alla sapienza e ai prodigi da lui compiuti, i suoi concittadini si chiudono nella loro incredulità.
Non basta essere vicini a Gesù per presumere di sapere tutto su di lui! L’hanno visto per anni e anni e si erano abituati a lui. L’incredulità della gente rende inoperante il potere di Gesù: «a causa della loro incredulità, non fece prodigi».
Questo è il rischio che possiamo correre anche noi, con l’atteggiamento di chi si è abituato a Gesù, alle “solite” pratiche devozionali, alla monotonia ripetitiva di pii esercizi. Il nostro cammino di Avvento diventa sempre più impegnativo: chiediamo con insistenza il dono della fede che vinca l’incredulità personale e del mondo per riconoscere nei gesti delle persone che incontriamo i prodigi che Dio opera costantemente.
Preghiamo
Ma tu, Signore, Dio misericordioso e pietoso,
lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà,
volgiti a me e abbi pietà:
dona al tuo servo la tua forza,
salva il figlio della tua serva.
Dammi un segno di bontà;
vedano quelli che mi odiano e si vergognino,
perché tu, Signore, mi aiuti e mi consoli.
(Sal 85,15-17)
[da: “La Parola ogni giorno.Gesù verità della storia. Avvento e Natale 2016”, Centro Ambrosiano, Milano]