DOMENICA I DI QUARESIMA
Is 58,4b-12b; Sal 102 (103); 2Cor 5,18-6,2; Mt 4,1-11
"Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio". (2Cor 5,18-20)
Dio offre il suo dono coinvolgendo. Disporci, nel cammino quaresimale, ad accogliere la misericordia di Dio che chiama a conversione è nello stesso tempo disponibilità ad accogliere un mandato. Se abbiamo compreso il Dio di Gesù Cristo, che tende la mano e pone segni di riconciliazione nei nostri confronti, allora non possiamo non vedere anche la responsabilità che ci affida, quella di essere ambasciatori di questa riconciliazione, perché pervada il mondo e penetri la storia, muti le abitudini, contagi le relazioni tra persone e popoli, individui e nazioni. Accogliere la mano che Dio tende, o – ancor più – invocarla perché ci si faccia più vicina, ci fa ritrovare tra le mani un gesto da moltiplicare, e ci fa ritrovare nella voce una parola di riconciliazione che non è più possibile ricacciare indietro.
Preghiamo
Pietà di me, Signore,
a te grido tutto il giorno.
Rallegra la vita del tuo servo,
perché a te, Signore, rivolgo l’anima mia.
Tu sei buono, Signore, e perdoni,
sei pieno di misericordia con chi t’invoca.
(dal Salmo 86)
Impegno settimanale
Mi impegno a riconoscere le vie che il Signore sta già percorrendo per rinnovare il volto di questa storia.