Gc 4,13-5, 6; Sal 61; Lc 20,1-8
Chi dunque sa fare il bene e non lo fa, commette peccato. E ora a voi, ricchi: piangete e gridate per le sciagure che cadranno su di voi! (Gc 5)
La lettera di Giacomo ha un carattere di grande attualità perchè coglie nel vivo alcuni aspetti della vita presente dove sembra che il destino delle persone sia legato esclusivamente al loro darsi da fare e conquistare ricchezze e potere. Ci siamo dimenticati che comunque e sempre, ieri come oggi e come anche domani, la vita di ognuno e di tutti è nelle mani del Signore.
L’apostolo ci ricorda che dovremmo dire sempre: "Se il Signore vorrà, farò la tal cosa o la tal’altra!". E sanziona l’arroganza con cui si affronta la vita.Questa può essere la chiave per comprendere anche il breve vangelo di Luca che mostra una strana ‘confusione’ di rapporti tra Davide e Cristo. Infatti il Cristo è detto figlio di Davide, ma Davide lo chiama Signore: è il pieno mistero del Dio con noi che si fa figlio dell’umanità e insieme ne è il Signore.
Preghiamo col Salmo
Solo in Dio riposa l’anima mia:
da lui la mia speranza.
Lui solo è mia roccia e mia salvezza,
mia difesa: non potrò vacillare.
In Dio è la mia salvezza e la mia gloria;
il mio riparo sicuro, il mio rifugio è in Dio.