Ml 3,1-4; Sal 23; Rom 15,8-12; Lc 2,22-40
La liturgia trova avverata la profezia del profeta Malachia sul Signore che entra nel tempio, giudica i sacerdoti infedeli, purifica dalla colpa e ristabilisce l’alleanza e l’offerta di un’obbligazione giusta, quando Gesù è presentato al tempio di Gerusalemme. (Ml 3)
A Gesù che viene presentato al tempio e offerto a Dio come primogenito, si fa incontro Simeone, quale sintesi e immagine di tutta la speranza messianica d’Israele. Il vecchio Simeone, certo della promessa ricevuta, riconosce Gesù e la salvezza di cui il Cristo è portatore e accetta il compiersi della sua esistenza.
Anche Anna, questa profetessa ormai avanti negli anni, che aveva però passato quasi tutta la sua vita in preghiera e penitenza riconosce Gesù e sa parlare di lui a quanti lo attendono. Anna e Simeone, a differenza di molti altri, capiscono che quel bimbo è il Messia perché i loro occhi sono puri, la loro fede è semplice e perché, vivendo nella preghiera e nell’adesione alla volontà del Padre, hanno conquistato la capacità di riconoscere la ricchezza dei tempi nuovi.
Prima ancora di Simeone e Anna è la fede di Maria che permette all’amore di Dio per noi di tramutarsi nel dono offertoci in Cristo Gesù.
Preghiamo col Salmo
Vieni, Signore nel tuo tempio santo.
Chi è questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti e’ il re della gloria.