DOMENICA III DI QUARESIMA
Es 34,1-10; Sal 105 (106); Gal 3,6-14; Gv 8,31-59
Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della Legge, diventando lui stesso maledizione per noi, poiché sta scritto: “Maledetto chi è appeso al legno”, perché in Cristo Gesù la benedizione di Abramo passasse ai pagani e noi, mediante la fede, ricevessimo la promessa dello Spirito. (Gal 3,13-14)
Se il cammino della vita cristiana è faticoso, è nello stesso tempo anche libero e liberante. Non siamo schiavi di norme da seguire o di leggi da rispettare: siamo piuttosto messi di fronte alla consapevole e meravigliosa possibilità di scegliere una Via, la Via che salva, Via che è una persona, Via che racconta di una decisione di amore sino alla fine, capace di consegnare tutto, e tutto di sé. Ciò che ci toglie dalla schiavitù della Legge non è la tenacia delle nostre decisioni, né la radicalità della nostra fedeltà; è piuttosto l’adesione ad un amore, la cura per il legame con una persona, la fede appoggiata a quel suo progetto, l’accoglienza di una benedizione che ci precede, la disponibilità stupita e festosa al dono dello Spirito che invade la storia. Etica e morale allora saranno festa, e mai oscuro e vuoto dovere.
Preghiamo
Dico a chi si vanta: “Non vantatevi!”,
e ai malvagi: “Non alzate la fronte!”.
Non alzate la fronte contro il cielo,
non parlate con aria insolente.
Né dall’oriente né dall’occidente
né dal deserto viene l’esaltazione,
perché Dio è giudice:
è lui che abbatte l’uno ed esalta l’altro.
(dal Salmo 75)
Impegno settimanale
Nell’incontro quotidiano con i fratelli, cerco di avere per loro una parola o un gesto di autentica speranza.