Dedicazione del Duomo di Milano
Bar 3,24-38 oppure Ap 1,10;21,2-5; Sal 86; 2Tm 2,19-22; Mt 21,10-17
In una casa grande non vi sono soltanto vasi d’oro, ma anche di argilla e di legno. (2Tm 2,20)
Nella domenica della Dedicazione del Duomo, chiesa madre, le letture ci portano a riflettere proprio sulla variegata popolazione della casa di Dio e di come Gesù si portasse nel tempio a Gerusalemme. Il profeta Baruc ci dice che la casa di Dio è estesa quanto il luogo del suo dominio, intendendo così l’intero creato, che Dio conosce in ogni suo componente perchè lui ne è l’artefice. E ogni cosa a lui obbedisce. Certo che poi gli esseri umani che in essa vivono sono differenti per capacità e meriti – vi sono vasi d’oro e d’argento, ma anche di legno e argilla – ma ciò che dà valore è la purezza di cuore e le strenua ricerca della giustizia. Per Gesù nobili sono i poveri che a lui si rivolgono e che lui accoglie e risana, mentre si scatena contro i mercanti che del tempio ne fanno ragione di compravendita e li scaccia, perchè il tempio deve essere ‘casa di preghiera’. Gesù ribadisce che il valore più grande sta proprio nella purezza di cuore, nell’innocenza come di fanciulli, e nella piena fiducia nel suo operato amorevole.
Preghiamo col Salmo
Di te si dicono cose gloriose, città di Dio!
Sui monti santi Dio l’ha fondata;
il Signore ama le porte di Sion
più di tutte le dimore di Giacobbe.