Gen 50,16-26; Sal 118 (119),145-152; Pr 31,1.10-15.26-31; Gv 7,43-53
Illusorio è il fascino e fugace la bellezza, ma la donna che teme Dio è da lodare. Siatele riconoscenti per il frutto delle sue mani e le sue opere la lodino alle porte della città. (Pr 31,30-31)
Pur dentro una storia segnata da tanta esclusione del genio e della grazia femminile, il saggio del libro dei Proverbi conclude la sua lunga raccolta di indicazioni ed istruzione con l’elogio della donna che sa vivere in comunione con Dio e che si adopera per il bene di altri con generosità e competenza. Anche dentro la nostra storia di Chiesa dobbiamo continuare ad interrogarci sullo spazio dato alle donne, e domandare che lo Spirito ci guidi a riconoscere a quali passi ci invita ancora. Ognuno di noi – uomo o donna che sia – ha donne per le quali dirsi riconoscente: per quanto hanno accompagnato a conoscere il Signore e per quanto hanno donato di loro stesse.
Preghiamo
Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre;
il re è invaghito della tua bellezza.
È lui il tuo signore: rendigli omaggio.
Gli abitanti di Tiro portano doni,
i più ricchi del popolo cercano il tuo favore.
(dal Salmo 45)